lunedì 18 gennaio 2016
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Nato a Napoli il 18 gennaio 1934 e morto a Livorno il 2 Chesvan 5765 (2004).
La sua giovinezza, come quella di una intera generazione, fu segnata dalle persecuzioni razziali, dalla fame e dalla guerra. A queste tragedie si aggiunsero la prematura scomparsa all'età di sei anni del padre (Jacob Kahn) e di un fratello (Aldo Kahn) deceduto sotto un bombardamento.
Al termine del conflitto, il fortuito incontro a Napoli con il rabbino capo di Roma Prato segnerà per sempre la vita del giovane Isidoro che si trasferirà nel 1946 a Roma per frequentare i corsi di studio presso il Collegio Rabbinico sotto la direzione di Dante Lattes e successivamente sarà anche a Torino sotto la direzione di rav Disegni.
Rav Kahn, completati gli studi con il titolo di haham, assunse sia la cattedra rabbinica di Napoli, sia la docenza presso il Collegio Rabbinico e successivamente su richiesta di rav Elio Toaff, rabbino capo di Roma, anche la funzione di giudice all'interno del Bet Din (tribunale rabbinico).
Lungo un arco di tempo di circa un ventennio (tra gli anni '60 e gli anni '70) rav Kahn si adoperò per tenere viva e culturalmente attiva una piccola comunità, la cui giurisdizione abbracciava però l'intero mezzogiorno italiano. In questo ruolo fu non solo un Maestro, ma soprattutto consigliere, amico, svolse compiti di shochet (macellatore), insegnò in ambito ebraico e non ebraico.
La sua cordialità, la sua disponibilità all'ascolto e al dialogo, ben oltre il suo ruolo gli consentirono di costruire rapporti di fiducia e di stima con il mondo ebraico, e soprattutto con quello non ebraico: a Napoli con il Cardinale Corrado Ursi e successivamente a Livorno – dove divenne rabbino capo nel 1980 - con il Vescovo Ablondi.
(NDR : la sigla "z.l." significa,secondo l'uso ebraico, "il suo ricordo sia per benedizione"
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