giovedì 12 novembre 2015
L'accoltellamento di un ebreo a Milano importa anche in Italia una pratica d'odio razziale che niente ha a che fare con le controversie politiche.
Il grave episodio dell'accoltellamento di un ebreo a Milano da parte di alcuni arabi,secondo quanto si apprende in queste ore, importa anche in Italia una pratica d'odio razziale che niente ha a che vedere con le controversie politiche mediorientali.
In Israele come altrove e ora anche in Italia, l'obbiettivo è l'ebreo.
L'orrendo gesto trova peraltro terreno fertile in accondiscendenze politiche che, dallo strizzare l'occhio all'Iran che nega il diritto all'esistenza d'Israele e nega anche la Shoa sino al discriminare con etichette diversificate (come non avviene per le altre numerose aree contese nel mondo) merci israeliane, incoraggia simili gesti di violenza .Non si illuda però qualcuno, in Italia,di essere immunizzato nei confronti del fanatismo religioso e del lucido progetto politico di morte che muove anche le azioni di questi giorni,siano esse fatte da diretti emissari o emulatori.
La via della pace e della convivenza tra i popoli non può certo realizzarsi attraverso queste vie.
La nostra vicinanza alla vittima dell'attacco,con i migliori auguri di piena e pronta guarigione,e alla sua famiglia.
Benè Berith "Isidoro Kahn"
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